Antonio Rosmini nasce a Rovereto (Trento) il 24 marzo 1797. Fu Battezzato nella Chiesa Parrocchiale di San Marco in Rovereto il 25 marzo 1797. Sempre nella medesima parrocchia si accostò alla santa Comunione e ricevette la santa Cresima.
Il giovane Antonio, educato negli studi elementari in casa, frequenta la scuola pubblica per il ginnasio e per il liceo. Dimostra subito grande intelligenza e vastissimi interessi culturali.
Sul suo orientamento spirituale negli anni dell’adolescenza fa luce una sua annotazione dell’anno 1813 “Quest’anno fu per me anno di grazia, Iddio mi aperse gli occhi su molte cose e conobbi che non vi era altra sapienza che in Dio”. Sente, cioè, che Dio deve venire prima di tutto. Il resto della sua vita è dominato da questo sentimento.
Sui 17-18 anni si palesa in lui la vocazione sacerdotale e viene ordinato sacerdote nel 1821.
Si dedica intensamente allo studio; Iddio lo chiama poi, attraverso segni ben precisi, alla fondazione di un Istituto religioso. Fonda così, nel 1828, l’Istituto della Carità al quale, qualche anno dopo si aggiungerà la Congregazione delle Suore della Provvidenza.
Nel 1839 il papa Gregorio XVI approverà l’Istituto della Carità, e nelle Lettere apostoliche di approvazione aggiungerà di sua mano questo elogio di Rosmini, chiamandolo “persona fornita di elevato ed eminente ingegno, adorna di egregie qualità d’animo, sommamente illustre per la scienza delle cose divine ed umane, chiaro per la sua esimia pietà, religione, virtù probità, prudenza e integrità, e splendente di meraviglioso amore e attaccamento alla cattolica religione e all’Apostolica Sede”.
Nella sua opera di pensatore e di scrittore trova grave opposizione da parte di un ristretto gruppo di avversari, i quali semplicemente “accusano” le sue dottrine, filosofiche e teologiche, come devianti dall’ortodossia. Interviene Gregorio XVI con un decreto di “silenzio” che Rosmini diligentemente rispettò. Le accuse contro le sue dottrine si rinnovano poi nel 1848-49, quando Rosmini è a Roma (e a Gaeta) accanto al papa Pio IX che lo vuole cardinale e segretario di Stato.
Si ritira a Stresa, dove aveva il noviziato del suo Istituto; continua lo studio e la sua opera di scrittore di opere filosofiche, teologiche e giuridiche; circondato dall’affetto e dalla stima di tante persone che si stringevano a lui per averne guida e aiuto spirituale: tra i tanti ne ricordiamo solo uno, Alessandro Manzoni.
Spirò il 1 luglio 1855. Sul letto di morte, aveva lasciato all’amico Alessandro Manzoni, il testamento spirituale: Adorare, Tacere, Godere.
Viene beatificato a Novara il 18 novembre 2007.